Chi siamo

15 Luglio 2009 Print This Page Print This Page Condividi Lascia un commento Vai ai commenti

La generazionevaselina è la generazione di coloro che preferiscono non credere negli ideali e nelle utopie, perché portano solo delusioni. Sono i giovani che hanno visto nei loro genitori il fallimento umano di una generazione che si definiva idealista, che è corsa dietro ad utopiche visioni del mondo e che ha fatto terra bruciata attorno ad ogni speranza. Sono i giovani che, non avendo fede in un mondo migliore e nella possibilità di poterlo edificare, provano a costruire, anche se la cosa si riduce al proprio ristretto ambito di vita, un loro seppur piccolo spazio felice. Sanno che il mondo perfetto non ci sarà mai; sanno che ci sarà sempre qualcuno disposto a rompere le uova nel paniere; hanno chiaro quanto il mondo sia complicato e sanno che non basta avere delle buone idee o dei bei sogni per poter fare la differenza. Perciò credono che la cosa più saggia e realistica che un giovane oggi possa fare, non è cambiare il mondo, ma cercare di costruire il proprio angolo di felicità con le piccole realtà di cui dispongono, come l’amore, gli amici, un lavoro quando c’è.

Non crediate che per questo siano menefreghisti o apatici, o di trovarvi di fronte a degli smidollati o a degli imbelli. Sono la generazione più colta e preparata che l’umanità abbia mai visto, le capacità e la conoscenza non sono mai state un patrimonio tanto diffuso, essi quel piccolo spazio lo difenderanno con tutte le forze, perché essi sono disillusi, disincantati, smaliziati.

Questo sito e il movimento che vuole raccogliere è fatto da giovani  che sono parte di questa generazione, che non rinnegano il proprio disincanto, che colgono appieno la propria anomalia, il proprio apparire amorfi, apatici, passivi, indolenti rispetto a ciò che li circonda. Ma il nostro aver a cuore solo noi stessi non è nulla di tutto ciò. Rappresenta al contrario l’estremo tentativo di “salvare il salvabile” di dare riparo a ciò che di più importante c’è, la propria felicità. Certo è una felicità che ognuno costruisce per sé e la cosa non va oltre, ma è sempre meglio che correr dietro a mondi felici per poi finire a vivere un’esistenza insignificante. Quello che voi potreste chiamare menefreghismo, distacco, apatia, essi lo chiamiamo realismo.

Quindi hanno ragione i giovani? I vecchi hanno fatto certamente una cazzata, ma la soluzione, dobbiamo coglierlo, quando l’argomento riguarda la nostra esistenza, non sta nel fare il contrario della cazzata, che spesso si rivela una cazzata di proporzioni altrettanto gravi.

I giovani che partecipano all’avventura di questo sito e del movimento che ne sta nascendo sostengono l’idea che anche sperare che il proprio piccolo mondo possa restare immune alle vicende del mondo globale, rappresenti un errore altrettanto grave, che sia anch’essa una madornale cazzata. Si finisce per coltivare il proprio piccolo orticello con cura e dedizione, gustandone felicemente le primizie e saziandosi dei suoi frutti, ignavi del fatto che tutt’attorno sta sorgendo una discarica.

Per questo vogliamo ricominciare a parlare di politica e che i giovani l’abbiano a cuore, ma ovviamente non con il significato che questa parola ha assunto nelle generazioni che ci hanno preceduto. Noi sappiamo – perché chi è venuto prima di noi l’ha dimostrato con il proprio fallimento – che la felicità non è un qualcosa che può essere calato dall’alto, e stiamo imparando ad apprendere che la felicità personale è effimera se non ha a che fare con la felicità degli altri. A noi e ai giovani come noi vogliamo dire che un mondo migliore per tutti può e deve avere a che fare con il piccolo mondo felice che stanno cercano di costruire per se stessi.

Queste sono le ragioni del nostro insistere su concetti quali coraggio, mediazione, fiducia. In essi sta la possibilità di un mondo globale fatto di piccolissimi mondi capaci di parlarsi. Noi chiamiamo corresponsabilità la pratica quotidiana di costruire questo mondo. L’essere responsabili del proprio futuro mentre lo si è anche di quello degli altri. L’essere responsabili del mondo degli altri perché ciò significa dare l’ossatura al proprio.

Ai molti giovani che hanno in antipatia la politica diciamo di valer provare a farla con noi e di non pensare più a quello che fino ad ora hanno sentito chiamare politica. Non vogliamo il loro voto, vogliamo che siano corresponsabili del sia del loro che del nostro futuro. Vogliamo che da oggi in poi politica significhi costruire quel piccolo angolo di felicità nella consapevoleza che esso sarà “felice” solo se circondato da altri mondi felici.

Iscriviti al nostro movimento. Parlane con le persone a cui vuoi bene. Suggeriscici metodi e strade da percorrere, ma soprattutto sii tu il cambiamento!

  1. Nessun commento ancora...
  1. Nessun trackback ancora...